Liceo Classico annesso Convitto Nazionale Colletta di Avellino
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DA RIQUALIFICARE
Nel mio commento cercherò di essere meno politico del "compagno" che mi ha preceduto e faccio presente che la mia esperienza al liceo classico è legata ai primi anni 2000; nulla toglie quindi (e lo spero) che ora sia cambiato qualcosa.
Il mio ricordo della scuola purtroppo è l'inadeguatezza di tutto il personale, dai bidelli fino ai "grandi" professori, tipica espressione di una realtà in cui si va avanti spesso per raccomandazioni. Ciò lo si evince dalla scarsa motivazione e dall'insoddisfazione quotidianamente espressa.
Un capitolo particolare va dedicato ai professori del liceo classico, la cui preparazione non era a parer mio all'altezza della reputazione che hanno presso il comune sentire. La sensazione è che in molti casi si tratti di false rappresentazioni create dal mito del professore severo. Per troppi anni si è commisurata la preparazione del docente alla sua severità, senza capire che forse la proporzione esatta era quella inversa. Purtroppo la severità di cui si è fatto a lungo bella mostra, ha invece rappresentato un modo per sfogare una insoddisfazione di fondo per un ruolo, quello del professore di scuola, sempre più svilito dalla società contemporanea e mortificato (purtroppo) economicamente dallo Stato.
Concludo soltanto dicendo ad una professoressa molto influente, che una volta pronosticò per me un lungo periodo di "parcheggio" all'università, che dalle sue parole ho saputo trovare la forza per laurearmi con lode nel minor tempo possibile e per affrontare un dottorato di ricerca, nella convinzione che se un giorno dovessi intraprendere l'insegnamento universitario, lo farò tenendo sempre vivo il suo ricordo come esempio da non seguire.
Rimembranze
Chiedo venia per aver distrattamente scritto "deveva" nel precedente commento. I professorini non parlavano d'altro che di Gramsci e Pasolini: ignari che questi ultimi sarebbero stati i loro primi censori. Chissà se li avessero studiati: forse parlavano per moda o per sentito dire. Di Omero e Virgilio ben poco dicevano perché di certo ben poco ne sapevano. E dico ciò perchè ricordo benissimo che tentennavano alle domande degli studenti e per ovviare si rivolgevano a qualche docente anziano. Di loro ricordo tutto: nome, cognome, vita e miracoli. A questi professorini di primo pelo si associavano gli studentelli contestatori e figli dei borghesucci. Ah! Quante assemblee in cui, insieme e compatti, predicavano la buona novella: "Vogliamo una scuola libera e proletaria". Traduco: "Fate come diciamo ma non fate come siamo e facciamo". Questo era il paradosso, o meglio, la "menzogna". Questo era il loro comunismo. E forse questo è il comunismo: LA PIU' GRANDE MENZOGNA DELLA STORIA. Altro che "comunanza dei beni" come spiegano i vocabolari. Chi era comunista? Guarda caso: il ricco figlioletto del borghesuccio e il professorino che lo promuoveva. Pasolini, se ci sei, batti un colpo! Gramsci, se ci sei, batti un colpo! Era un'offesa anche per voi. Ma non forse v'è bisogno. Siamo nel 2009: il tempo e la storia hanno tolto la maschera una volta per tutte. Egregio Signor Preside, io non sono né di destra né di sinistra. Sono soltanto uno che, per esperienza diretta, Le ha rivolto un breve commento sul Liceo Colletta di quegli anni. E credo che sia importante riportare e far conoscere non le dicerie ma le esperienze dirette nell'esclusivo bene vuoi del Liceo medesimo vuoi delle nuove generazioni di professori e studenti. La ringrazio.
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