Liceo Classico Dante Alighieri di Roma Hot
Recensione Utenti
Il buon Dante degli anni '70
Professori: atteggiamento sbagliato
Se avete a cuore la salute mentale dei vostri figli, non mandateli al Dante.
Palestra ai limiti dell'abitabilità.
Se vuoi finire l'anno
È un ambiente molto sereno, se non fosse per i ragazzi che vivono molto la competizione con le altre scuole di Prati sapendo di essere la più debole.
Nonostante ciò, sono riuscita a diplomarmi.
Liceo fantastico
SE TUO FIGLIO E' UN DSA
CARI STUDENTI: VOI CHE DITE " IL DANTE MI HA SALVATO" mi fa piacere per voi perchè a noi non ci ha salvato, o meglio: ci ha salvato l'essere andati via.
FIRMATO:
Un Genitore che segue il figlio.
Non abbiamo compreso come mai gli studenti inizino in 22-23 per poi diplomarsi in 15.
Lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate
La scuola perfetta
Grazie di cuore
Troppo lavoro a casa
Nel Dante si va a scuola il sabato e vengono assegnati compiti in grande quantità, nonostante si possa pensare che la domenica sia l'unico giorno libero e di riposo, e che lo studente voglia fare qualche attività con la propria famiglia.. Quasi tutte le domeniche ho studiato dalle nove di mattina fino alle otto di sera e posso dire che non è stata la scuola che mi aspettavo.
Il Dante mi ha salvato
Sto frequentando attualmente il Dante da due anni, dopo aver fatto un intero anno al liceo Cornelio Tacito sempre in Prati. Ringrazio il cielo per avermi fatto cambiare scuola. Al Tacito i professori erano troppo severi, esigevano troppo non aiutando mai (cito professori come Brunacci, Gentile, Argan); e quando si vedono classi da 10 persone vuol dire che, tolti quelli che vanno male, sono tutti raccomandati! La raccomandazione c'è in tutte le scuole, ma per fortuna al Dante è minima e soprattutto i prof. aiutano.
RIFLETTIAMO
Personalmente non consiglio di mandare i vostri figli in questa scuola.
NON COMMETTETE IL MIO ERRORE
Questa scuola purtroppo campa solo per la gloria passata. L'unico insegnamento che sto ricevendo è che devi essere simpatico, o i tuoi genitori devono esserlo, a determinati insegnanti, altrimenti non si campa. Studio impegnativo? Solo per alcuni, altri possono studiare 10 minuti a settimana e prendere 6, oppure essere salvati con 3 debiti su 4.
Genitori che leggete: se volete proprio mandare qui i vostri figli, assicuratevi di avere i professori delle materie umanistiche tutti amici prima, oppure saranno 5 anni durissimi per vostro figlio.
I bidelli e la preside almeno sono competenti e socievoli.
Non è la scuola di cui mi parlarono 2 anni fa.
IL DANTE NON È COME SI DICE
Mia sorella gemella si è diplomata al Dante. Ha fatto tutti e cinque gli anni li. Io ho cominciato al tacito e dopo il ginnasio ho cambiato scuola e sono andata insieme a lei al dante. Lei era tra le due la sorella con più voglia di studiare proprio per questo si iscrisse al Dante, poiché la nomea era quella di una scuola molto difficile. Io, meno propensa allo studio, sono andata al Tacito poiché era molto buona, ma si classificava tipo 3 di difficoltà (i miei genitori volevano comunque mandarci a scuole del centro). La resa dei conti? Il Tacito era ai miei tempi e lo è ancora (ho fratello di amici) una scuola molto più difficile del Dante. I professori al Tacito sono troppo esigenti e severi. Al Dante mette paura la nomea, ma alla fine è una scuola normale, non molto pesante; l'unica pecca i tanti compiti scritti a casa (molto meno del Tacito) però alla fine i professori aiutano molto e non bocciano mai.
licenza liceale luglio 1964
È stata una grande scuola di formazione. Mi è molto servita nella mia carriera di professore universitario ordinario di letteratura italiana in Svezia.
Ha ragione il collega che ricorda noi studenti rigorosamente in giacca e cravatta. La demolizione del collegio di fronte alla scuola avvenne, credo, durante il mio ultimo anno di liceo (1963-64). A scuola finita si andava anche talvolta a prendere un cappuccino in uno dei bar di via Ennio Quirino Visconti.
Altri spezzoni di ricordi
Ai colleghi che si sono diplomati con il sottoscritto nel 64.65 e a coloro che lo hanno fatto in anni precedenti, vorrei ricordare che prima della costruzione dell'edificio prospiciente la scuola, esisteva altro immobile destinato ad un seminario per i futuri sacerdoti, il cui portone fronteggiava quello della scuola, ove chi decideva di marinare vi si rifugiava attendendo la chiusura del portone del liceo per poi prendere la via libera che, di solito, conduceva verso i prati di villa Borghese. Altri ricordi: alla fine delle lezioni, uscendo c'era ad attenderci il fusagliaro, si chiamava, me lo ricordo ancora Andrea, c'era anche un omino piccino che con la scatola di legno vendeva le liquirizie, bruscolini, mostaccioli. Ancora un breve ricordo in onore dei bidelli. Erano una coppia marito e moglie. Lei una matrona, lui la metà di Lei. Subentrò loro, se non sbaglio la figlia.. Maria?, una bella ragazza che a distanza di anni, non ricordo il perchè mi recai un giorno a scuola, mi riconobbe immediatamente. Spero di aver risvegliato altri piacevoli ricordi.
Nostalgia..
E chi se li può dimenticare! Spadini, Piazzolla, Cirillo, Graffeo, Addamiano, Passamonti e Costamagna!
Erano gli anni '65- '68, che nostalgia..
Caro vecchio Dante
Mi sono diplomato nel biennio '64- '65. In classe eravamo oltre in trenta, i maschi tutti in giacca e cravatta e le compagne in grembiule (i pantaloni per loro erano ben lungi da essere indossati). Una premessa: esiste (e non so se l'esperienza è poi continuata nel tempo) l'Annuario del Dante edito nel 1966, ove si può leggere la storia del Dante dalla sua fondazione sino al '65 e ove si trovano molte foto di classi diplomate negli anni anzidetti. Parlerò dei compagni di scuola, di alcuni professori e della scuola in sè. I professori che voglio indicare con i loro cognomi erano persone e insegnanti indimenticabili. IL professore (non prof. per carità), di latino e greco Vincenzo Lapicirella, attivo esponente della Resistenza Partigiana in Roma e poi, nel periodo post bellico, Assessore al Comune, tant'è che al 13 Km. della Via Aurelia gli è stata intitolata una strada (vai su WIKIPEDIA per maggiori informazioni), un grande Signore, fumava le Alfa, una sigaretta pestifera, che se si aveva la sventura di essere interrogati accanto alla catterada - seguito dell'estrazione dei numeretti della tombola che teneva in un sacchetto e che corrispondevano al tuo numero del registro di classe - si rischiava l'asfissia e lo svenimento. Il grande Ansaldi alias "cirillo", il quale in prima liceo, assieme ad altri due compagni di classe, mi rinviò a settembre solo in storia dell'arte. se si tiene conto che storia dell'arte era considerata alla stessa stregua della Religione,allora obbligatoria,ci si può rendere conto di come sono cambiati i tempi!IL prof. Cavicchi, storia e filosofia, altro personaggio di enorme statura.In tre anni di liceo non ha mai interrogato, promuoveva tutti senza discriminazioni.Era veramente sprecato come professore di liceo, sarebbe stato un ottimo e notevole docente universitario. IL Passamonti,ginnastica, a me particolarmente caro,aveva una grande affezione nei miei confronti, anche perchè ero, come si diceva all'epoca, il palleggiatore e alzatore della squadra del Dante, in pratica il regista, con la quale nel 1963 conquistammo il titolo di campioni provinciali studenteschi, mentre l'anno successivo il secondo posto. La Caselli, matematica, una originale, un giorno ti amava, il giorno dopo ti strapazzava. Erano altri tempi. gli insegnanti davano del Lei e altrettanto a loro gli studenti. Le sospensioni e le note sul registro di classe, accompagnati dai genitori il giorno dopo,si sprecavano, anche solo per manifestazioni che oggi passerebbero inosservati.Erano altri tempi i favolosi anni '60. Avevamo valori sia in noi stessi, nella famiglia e nella società che oggi vedo in gran parte perduti.Avevamo speranza che una volta smessi gli studi avremmo trovato lavoro,cosa che almeno la mia generazione,credo,abbia Merola realizzato. Nalla mia classe, oltre al sottoscritto ex avvocato in pensione, l'avv. Pompei, numerosi medici, un ambasciatore Ecc. Merola, un giornalista della RAI Paolo Cantore eccetera. La scuola era fatiscente, ma aveva un suo fascino di vecchia signora un po' in disarmo, che ancora oggi ricordo con amore e nostalgia. Un'ultima annotazione: in quegli anni nello stesso edificio vi era anche la scuola media Dante Alighieri, che anch'essa è stata da me in precedenza frequentata. Concludo con un caro pensiero ai miei ex compagni di scuola e ai professori che mi hanno indirizzato, avviato e accompagnato durante i miei migliori anni di vita. A tutti ancora presenti e a coloro che ci hanno lasciato.
Paolo.
Altri tempi
Ho frequentato il "Dante" tra il 1955 ed il 1957, anno in cui mi sono diplomato. Nella sezione E eravamo una trentina di studenti (solo sei-sette ragazze, una delle quali è convolata a nozze con uno dei nostri). Erano tempi di accesa passione politica: la Conferenza di Yalta aveva diviso il mondo in due e "rossi" e "neri" trovavano sempre il modo litigare con foga. Alcuni insegnanti, come la professoressa di storia e filosofia, incutevano perfino un timore reverenziale; la prof.ssa Valora (greco), bella e preparata, con i suoi giudizi taglienti, teneva la classe in pugno. Altri, invece, come il prof. Dusatti, triestino laico, insegnante di italiano, un po' scrittore e un po' poeta, risultava perfino troppo liberale per i tempi. Più problematici i rapporti con l'insegnante di matematica e fisica, una signora alquanto complessata, che arrossiva di fronte a domande "difficili". Tempi piuttosto duri, comunque: il dopoguerra non era stato ancora superato ed il boom sarebbe arrivato dopo qualche anno. Da quella scuola difficile, però, sono usciti anche un poeta come Giannicola Ceccarossi ed un regista come Renzo Giacchieri.
Diplomati nel 1960
Ho frequentato il liceo e mi sono diplomato nel luglio del 1960. Eravamo in 28. Guardo le foto. Molti se ne sono andati, ma i ricordi sono intatti. In una vita, i ricordi sono come tante fotografie: ogni nome, ogni viso si ferma nel tempo, nell'attimo che appartiene a te, solo a te e all'amico o all'amica della giovinezza. Ho letto di una studentessa che ricordava il temuto "Cirillo", ossia il professor Giulio Ansaldi: era così colto e innamorato della storia dell'arte che oggi sarebbe ministro della Repubblica. Allora era un professore piccolino, biondastro e povero. Noi dicevamo che non aveva la camicia, ma solo il colletto e i polsini che sbordavano da una giacca sale e pepe: al resto rinunciava perché troppo costoso. Il nostro professore di greco era Guido Spadini, medaglia d'argento della Resistenza. Era un finto burbero, aveva perso in guerra una gamba intera e l'altra dal ginocchio in giù. Ci minacciava con il bastone se sbagliavamo la metrica ("Titire tu patulé/recubàns sub tegnmine fagis" o la "traduzione all'impronta", come si usava dire allora. Era un uomo meraviglioso, come Antonino Graffeo, il professore di Storia e Filosofia. Entrò per la prima volta in classe e disse: "Tutto quello che vi hanno detto finora è un imbroglio: adesso ricominciamo da capo, dimenticate quello che vi hanno detto i preti". Avemmo qualche problema in matematica e italiano, i professori cambiarono spesso. Consapevoli che all'esame di Stato ci avrebbero bocciati, cercammo il professore del secondo anno, Francesco Zambrano, un genio, e in 15 andammo da lui tre volte a settimana per farci spiegare "il pessimismo del Leopardi, la religiosità di Manzoni, l'estetismo di D'Annunzio, l'italietta post-risorgimentale di Carducci e il naturalismo di Pascoli". Più, ovviamente, tutto il resto.
Era una scuola senza spazi verdi, con i corridoi piccoli e con i muri dipinti di orrido ocra ministeriale. Ma ci insegnò ad amare la cultura e a studiare sempre, in ogni giorno del resto della nostra vita. Non fu cosa da poco.
Ricordi e raccordi di vita
Un'ottima scuola ieri e anche oggi. Conosco alcuni ragazzi che l'hanno frequentata in questi ultimi anni e si sono trovati veramente bene.
Quello che ci accomunava era il sentirci parte di una comunità che condivideva una particolare visione del mondo: la cultura è in grado di offrire molte chiavi di lettura per comprendersi e comprendere.
L'omologazione non ci apparteneva, ognuno poteva esprimere se stesso, ricordo a questo proposito la prima esaltante avventura delle elezioni del consiglio d'istituto, eravamo di sinistra e di destra, ma tra di noi vigeva il rispetto per le idee altrui.
Tutti insieme si usciva da scuola per ricordare e commemorare la memoria di un nostro compagno ucciso dai nazifascisti nella piazza alle spalle.dell'edificio scolastico e tutti ci sentivamo ancora suoi compagni di scuola. Ecco, dopo tanti anni e tanti ricordi che rimangono indelebili nella mia mente di ex studentessa del Liceo Dante Alighieri di Roma, quello che ancora mi resta dentro è il forte senso di appartenenza a questa scuola.
Sono stata bene, ho trovato risposte alla mie tante domande di adolescente cresciuta in anni difficili, ho trovato stimoli capaci di arricchire la mia mente ed il mio spirito.
Oggi sono un'insegnante e credo fermamente che una scuola possa dirsi tale se si pone come obiettivo quello di rispondere ai bisogni formativi dei propri alunni, se offre loro strumenti per affrontare la vita, se li aiuta ad orientarsi nel mondo in continuo cambiamento.
Il liceo Dante per me è stato tutto questo.
Sono tornata dopo tanti anni a varcare quel portone; io non sono stata un'alunna particolarmente vivace e mai avrei immaginato potesse accadere quello che mi è accaduto. Con mio grande stupore il bidello mi ha riconosciuta. Mi sono sentita a casa.
Visto da fuori, l'edificio sembra non abbia subìto modifiche al suo interno, quindi credo che le sue aule e i suoi corridoi siano ancora bui.
caro vecchio Dante
La scuola degli anni '50 era distante anni luce da quella attuale, specie per il rapporto coi prof. (che nessuno si sarebbe azzardato a chiamare prof), e i rapporti con le ragazze, che erano molto ingessati, salvo qualche rara eccezione. Lo studio era veramente pesante, a quel tempo bisognava anche saper tradurre dall'italiano in latino e alla maturità si portavano tutte le materie. Personalmente l'estate ho sempre avuto qualche materia da studiare (allora si finiva rimandati senza pietà pure in storia); era famoso il prof. di storia dell'arte, il famoso Cirillo, il tremendo Cirillo che ha terrorizzato e fatto imparare la storia dell'arte a generazioni di studenti. Ma la cultura che ci è stata inculcata in quegli anni belli e sofferti ci è rimasta e personalmente ne sono felicissimo!
il valore di un liceo
Sicuramente si può far meglio ma non gettiamo fango sulle cose che funzionano, ed il liceo Dante Alighieri funziona. Grazie all'impegno dei molti!!
L'organizzazione è sicuramente il valore che la contraddistingue dalla maggior parte degli altri Licei. Dalla mia esperienza poi la differenza la fanno le passioni degli insegnanti che incontriamo...
Sarà la seconda scuola di Italia ma per me è stata la prima!!
Classico Alighieri
Nel complesso è una buona scuola
Dante Alighieri
Questa scuola ha una fama immeritata: non è assolutamente al livello di cui si dice, e pensare che è considerata la seconda scuola migliore d'Italia!!!!!
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