Liceo Classico Paolo Sarpi di Bergamo Hot
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"FATICA, CULTURA E PENSIERO CRITICO"
1) FATICA. Come avviene in ogni sfida che la vita ci presenta,anche al Sarpi bisogna faticare. Per uscire da questo liceo bisogna avere: un consapevole senso del dovere,tanto impegno e tanta pazienza. All'inizio è normale partire male ed ottenere voti negativi,ma col passare del tempo,utilizzando le tre suddette strategie,si può migliorare ed ottenere grandi e soddisfacenti risultati.
2) CULTURA. Per quanto riguarda le materie di indirizzo,il liceo classico da sempre viene considerato un'istituzione che fornisce importanti nozioni culturali.Effettivamente è così. Dopo le nozioni "meccaniche e mnemoniche" del ginnasio,nel triennio si imparano concetti molto più interessanti.Questi ultimi,se appresi con pazienza passione e curiosità,restano nella mente non solo durante gli anni liceali,ma anche una volta conclusi gli studi in questa scuola.
3) PENSIERO CRITICO.Questo aspetto viene valorizzato moltissimo al Sarpi. Quando si studia,non bisogna mai limitarsi ad accettare al primo colpo ciò che viene spiegato come se fosse "un dogma".Bisogna anche capire perché un certo concetto viene spiegato in un modo piuttosto che in un altro (quante volte capita che un insegnante spieghi un certo argomento non attenendosi del tutto all'interpretazione proposta dal libro di testo...).
Una volta sviluppato il senso critico,lo studente diventa automaticamente più coinvolto nell'apprendimento.
2) Offre agli studenti più bisognosi la possibilità di frequentare corsi di recupero dopo il trimestre e prima degli esami di riparazioni (o esami a settembre).
3) Consente agli studenti di formare delle commissioni(sport,giornale scolastico...),nonché l'opportunità di partecipare ad eventi extra-scolastici (gare sportive,gare di traduzione dal greco...).
4)Mette a disposizione degli studenti spazi per lo studio individuale: non solo si può studiare nella biblioteca della scuola, ma si può anche chiedere il permesso di prenotare un'aula,compilando un modulo.
5)La biblioteca offre un ampio materiale per approfondire degli argomenti e per supportare la stesura delle tesine.
2) L'arrivo in ritardo di circolari e di documenti urgenti da ritirare (certificati...)
3) Il malfunzionamento dei computer nella maggior parte delle aule:per accedere al registro elettronico o ai materiali on-line per la spiegazione, l'insegnante dovrebbe usare un computer idoneo e funzionante.Ma in alcune aule tutto questo non è possibile.
4) Il sito della scuola: nonostante i recenti aggiornamenti, esso resta ancora dispersivo (ad esempio si fa molta fatica a reperire il contenuto delle ultime circolari in ordine cronologico.Questo contenuto spesso viene pubblicato nel sito parecchie settimane dopo la data scritta sulla circolare).
5) La presenza nella maggior parte delle aule di banchi troppo piccoli per studenti di elevata statura (e non solo), nonché di sedie troppo basse e/o instabili.
6) Il malfunzionamento del riscaldamento nel corso dei mesi più freddi dell'anno scolastico.
2) Altri insegnanti al contrario tendono a non venire incontro ai propri alunni (mostrandosi poco disponibili ed impazienti), o addirittura ad avere dei pregiudizi ingiustificati nei loro confronti al momento della valutazione delle prove orali e scritte.
Buona scuola
Scuola nel complesso consigliabile, anche se bisogna sempre incrociare le dita per i professori...
Talvolta o megalomani o con seri problemi di interazione con la classe.
Ricordi belli, ricordi brutti
Mi iscrissi al liceo Sarpi nel 1971, frequentavo la I^A. Prima abitavo a Pordenone (dove avevo frequentato senza particolari difficoltà il ginnasio) ma per il lavoro di mio padre ci trasferimmo a Bergamo. Ero molto triste perchè avevo dovuto lasciare la mia città, la mia casa, i miei amici e i miei parenti. Devo dire che al Sarpi non mi trovai molto bene per una serie di motivi: a Pordenone avevo ricevuto una preparazione inferiore rispetto ai miei compagni, ma gli insegnanti non fecero nulla per aiutarmi a recuperare le lacune; i compagni non erano male ma mi ci volle del tempo per socializzare (a quei tempi eravamo tutti meno spigliati rispetto ai giovani di oggi); gli studenti erano piuttosto politicizzati mentre io non ero abituata a parlare di politica, perchè a Pordenone gli studenti erano meno impegnati politicamente; io parlavo con l'accento veneto e i miei compagni un po' mi prendevano in giro; mi mancavano i miei amici di Pordenone e, non dimentichiamolo, ero un'adolescente. Cercai di integrarmi e in parte ci riuscii, ma non ce la feci con la scuola: il secondo anno fui bocciata a settembre. Per me fu un'esperienza molto triste ma devo dire che mi servì a capire che nella vita quando si incontra un problema bisogna rimboccarsi le maniche e fare di tutto per superarlo. Me ne andai dal Sarpi e recuperai l'anno perso facendo l'esame di maturità da privatista (in una scuola statale) portando due anni in uno. Ce la feci perchè al Sarpi,con grandi fatiche, avevo però imparato a studiare. L'insegnante di latino ci aveva abituati a fare le traduzioni senza il vocabolario, per cui la traduzione della maturità, potendo usare il vocabolario, fu per me una passeggiata. Le ore passate sui libri a studiare gli autori latini e greci poi fecero si che all'università di lingue riuscii a fare tre esami di latino senza nessuna difficoltà. Ricordo ancora con piacere molti pezzi di Tibullo, Orazio, Catullo ecc. a memoria,per cui posso dire che al Sarpi ho imparato molto e, soprattutto, che ho imparato a studiare. Cosa rimprovero ai miei insegnanti di allora? Semplicemente di essere stati poco umani nei confronti di una ragazza in difficoltà. Con questo non voglio assolutamente dire che non avrebbero dovuto bocciarmi, ma solo che avrebbero potuto aiutarmi di più a recuperare le lacune e ad ambientarmi in una scuola un po' troppo difficile per me. Oggi sono un'insegnante di inglese, amo il mio lavoro e cerco di farlo seriamente; dagli alunni pretendo ma cerco anche di volere loro un po' di bene. Quest'anno il caso ha voluto che mi capitasse come alunna una ragazza di Bergamo che si è traferita a Pordenone (dove vivo ora) ed ha più o meno la stessa età di quando io mi sono traferita a Bergamo. Io cercherò in tutti i modi di farla stare bene a scuola perchè non soffra come ho sofferto io allora. Cosa posso dire per concludere? Qual'è il sentimento che provo oggi nei confronti del liceo Sarpi? Odi et amo. Quare id faciam fortasse requiris. Nescio sed fieri sentio et excrucior.
non così tragico
leggendo i commenti, non ho potuto fare a meno di scrivere qualcosa anch'io a riguardo della scuola che è stata la mia casa per 5 anni. insomma, il Sarpi è un liceo difficile. bisogna studiare e la sopravvivenza lì è selettiva. però non è così tremendo. io non ho mai studiato fino alle 2 a meno che non dovessi fare delle abbuffate dell'ultimo minuto perchè non avevo fatto niente prima, non ho mai avuto crisi di panico o gastriti nè fatto compiti aggiuntivi. anzi, le versioni spesso non le facevo, a lezione stavo attenta ma mi concedevo anche momenti di disegno... ed ero nella B, una delle sezioni "più difficili". A casa facevo le mie 2 orette al giorno, nei periodi più pesanti ovviamente facevo dei pomeriggi interi, ma ho passato anche giorni nel dolce far niente. e la mia media era sul 7,2. e non sono un genio. quindi, partendo dal presupposto che bisogna impegnarsi, non è che comunque sia un luogo di torture. l'unico punto vero è che ci sono dei professori che non premiano affatto gli studenti, e questo è frustrante. ma se mettete da parte l'ambizione del 10 e vivete tranquillamente senza fare della scuola la vostra unica materia di vita, il Sarpi lo potete affrontare. la preparazione che dà è eccellente, anche se sappiatelo.. se volete poi fare una facoltà scientifica per recuperare il baratro di ignoranza, l'estate della maturità non la vedete nemmeno. ma il Sarpi è stata la mia casa, e non mi pento di esserci stata... la sede... ah che fig@ la terrazza.. e le colonne..! :)ciao!
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