Liceo Classico Dante Alighieri di Roma Hot
Recensione Utenti
Il buon Dante degli anni '70
La scuola perfetta
Altri spezzoni di ricordi
Ai colleghi che si sono diplomati con il sottoscritto nel 64.65 e a coloro che lo hanno fatto in anni precedenti, vorrei ricordare che prima della costruzione dell'edificio prospiciente la scuola, esisteva altro immobile destinato ad un seminario per i futuri sacerdoti, il cui portone fronteggiava quello della scuola, ove chi decideva di marinare vi si rifugiava attendendo la chiusura del portone del liceo per poi prendere la via libera che, di solito, conduceva verso i prati di villa Borghese. Altri ricordi: alla fine delle lezioni, uscendo c'era ad attenderci il fusagliaro, si chiamava, me lo ricordo ancora Andrea, c'era anche un omino piccino che con la scatola di legno vendeva le liquirizie, bruscolini, mostaccioli. Ancora un breve ricordo in onore dei bidelli. Erano una coppia marito e moglie. Lei una matrona, lui la metà di Lei. Subentrò loro, se non sbaglio la figlia.. Maria?, una bella ragazza che a distanza di anni, non ricordo il perchè mi recai un giorno a scuola, mi riconobbe immediatamente. Spero di aver risvegliato altri piacevoli ricordi.
Caro vecchio Dante
Mi sono diplomato nel biennio '64- '65. In classe eravamo oltre in trenta, i maschi tutti in giacca e cravatta e le compagne in grembiule (i pantaloni per loro erano ben lungi da essere indossati). Una premessa: esiste (e non so se l'esperienza è poi continuata nel tempo) l'Annuario del Dante edito nel 1966, ove si può leggere la storia del Dante dalla sua fondazione sino al '65 e ove si trovano molte foto di classi diplomate negli anni anzidetti. Parlerò dei compagni di scuola, di alcuni professori e della scuola in sè. I professori che voglio indicare con i loro cognomi erano persone e insegnanti indimenticabili. IL professore (non prof. per carità), di latino e greco Vincenzo Lapicirella, attivo esponente della Resistenza Partigiana in Roma e poi, nel periodo post bellico, Assessore al Comune, tant'è che al 13 Km. della Via Aurelia gli è stata intitolata una strada (vai su WIKIPEDIA per maggiori informazioni), un grande Signore, fumava le Alfa, una sigaretta pestifera, che se si aveva la sventura di essere interrogati accanto alla catterada - seguito dell'estrazione dei numeretti della tombola che teneva in un sacchetto e che corrispondevano al tuo numero del registro di classe - si rischiava l'asfissia e lo svenimento. Il grande Ansaldi alias "cirillo", il quale in prima liceo, assieme ad altri due compagni di classe, mi rinviò a settembre solo in storia dell'arte. se si tiene conto che storia dell'arte era considerata alla stessa stregua della Religione,allora obbligatoria,ci si può rendere conto di come sono cambiati i tempi!IL prof. Cavicchi, storia e filosofia, altro personaggio di enorme statura.In tre anni di liceo non ha mai interrogato, promuoveva tutti senza discriminazioni.Era veramente sprecato come professore di liceo, sarebbe stato un ottimo e notevole docente universitario. IL Passamonti,ginnastica, a me particolarmente caro,aveva una grande affezione nei miei confronti, anche perchè ero, come si diceva all'epoca, il palleggiatore e alzatore della squadra del Dante, in pratica il regista, con la quale nel 1963 conquistammo il titolo di campioni provinciali studenteschi, mentre l'anno successivo il secondo posto. La Caselli, matematica, una originale, un giorno ti amava, il giorno dopo ti strapazzava. Erano altri tempi. gli insegnanti davano del Lei e altrettanto a loro gli studenti. Le sospensioni e le note sul registro di classe, accompagnati dai genitori il giorno dopo,si sprecavano, anche solo per manifestazioni che oggi passerebbero inosservati.Erano altri tempi i favolosi anni '60. Avevamo valori sia in noi stessi, nella famiglia e nella società che oggi vedo in gran parte perduti.Avevamo speranza che una volta smessi gli studi avremmo trovato lavoro,cosa che almeno la mia generazione,credo,abbia Merola realizzato. Nalla mia classe, oltre al sottoscritto ex avvocato in pensione, l'avv. Pompei, numerosi medici, un ambasciatore Ecc. Merola, un giornalista della RAI Paolo Cantore eccetera. La scuola era fatiscente, ma aveva un suo fascino di vecchia signora un po' in disarmo, che ancora oggi ricordo con amore e nostalgia. Un'ultima annotazione: in quegli anni nello stesso edificio vi era anche la scuola media Dante Alighieri, che anch'essa è stata da me in precedenza frequentata. Concludo con un caro pensiero ai miei ex compagni di scuola e ai professori che mi hanno indirizzato, avviato e accompagnato durante i miei migliori anni di vita. A tutti ancora presenti e a coloro che ci hanno lasciato.
Paolo.
Diplomati nel 1960
Ho frequentato il liceo e mi sono diplomato nel luglio del 1960. Eravamo in 28. Guardo le foto. Molti se ne sono andati, ma i ricordi sono intatti. In una vita, i ricordi sono come tante fotografie: ogni nome, ogni viso si ferma nel tempo, nell'attimo che appartiene a te, solo a te e all'amico o all'amica della giovinezza. Ho letto di una studentessa che ricordava il temuto "Cirillo", ossia il professor Giulio Ansaldi: era così colto e innamorato della storia dell'arte che oggi sarebbe ministro della Repubblica. Allora era un professore piccolino, biondastro e povero. Noi dicevamo che non aveva la camicia, ma solo il colletto e i polsini che sbordavano da una giacca sale e pepe: al resto rinunciava perché troppo costoso. Il nostro professore di greco era Guido Spadini, medaglia d'argento della Resistenza. Era un finto burbero, aveva perso in guerra una gamba intera e l'altra dal ginocchio in giù. Ci minacciava con il bastone se sbagliavamo la metrica ("Titire tu patulé/recubàns sub tegnmine fagis" o la "traduzione all'impronta", come si usava dire allora. Era un uomo meraviglioso, come Antonino Graffeo, il professore di Storia e Filosofia. Entrò per la prima volta in classe e disse: "Tutto quello che vi hanno detto finora è un imbroglio: adesso ricominciamo da capo, dimenticate quello che vi hanno detto i preti". Avemmo qualche problema in matematica e italiano, i professori cambiarono spesso. Consapevoli che all'esame di Stato ci avrebbero bocciati, cercammo il professore del secondo anno, Francesco Zambrano, un genio, e in 15 andammo da lui tre volte a settimana per farci spiegare "il pessimismo del Leopardi, la religiosità di Manzoni, l'estetismo di D'Annunzio, l'italietta post-risorgimentale di Carducci e il naturalismo di Pascoli". Più, ovviamente, tutto il resto.
Era una scuola senza spazi verdi, con i corridoi piccoli e con i muri dipinti di orrido ocra ministeriale. Ma ci insegnò ad amare la cultura e a studiare sempre, in ogni giorno del resto della nostra vita. Non fu cosa da poco.
il valore di un liceo
Sicuramente si può far meglio ma non gettiamo fango sulle cose che funzionano, ed il liceo Dante Alighieri funziona. Grazie all'impegno dei molti!!
L'organizzazione è sicuramente il valore che la contraddistingue dalla maggior parte degli altri Licei. Dalla mia esperienza poi la differenza la fanno le passioni degli insegnanti che incontriamo...
Sarà la seconda scuola di Italia ma per me è stata la prima!!
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